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12 settembre 2016

I 20 italiani che hanno vinto il Premio Nobel: ricordate i loro nomi?

Con 20 Nobel vinti, l'Italia è al settimo posto nella classifica mondiale, dopo Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia. Svizzera e Russia.

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Camillo Golgi. È stato il primo italiano in assoluto a ricevere il Nobel, pochi giorni prima di Giosuè Carducci che lo vinse per la Letteratura. Il Nobel per la medicina e la fisiologia arrivò nel 1906 “in riconoscimento del lavoro svolto sulla struttura del sistema nervoso”.
Golgi nacque nel 1843 a Corteno (Brescia), allora provincia di Bergamo, nel regno Lombardo – Veneto, figlio di un medico. Si laureò in medicina a Pavia nel 1865, e nel 1872 diventò primario nella Casa degli incurabili di Abbiategrasso dove, in un piccolo laboratorio, iniziò a studiare il sistema nervoso. Nel 1873 fece la scoperta che gli aprì le porte del mondo accademico e della notorietà: l’impregnazione cromoargentica (chiamata anche metodo di Golgi), tecnica che permette la visualizzazione delle cellule del tessuto nervose.

Giosuè Carducci. Curiosamente, nella lista dei Nobel italiani del sito ufficiale dell’Accademia reale di scienze svedese, Giosuè Carducci non compare: lo troviamo come Nobel per la letteratura del 1906 della Toscana del Regno d’Italia. È uno stranissimo vezzo dell’Accademia delle Scienze di Stoccolma che definisce i Nobel in base alla nazionalità al momento della nascita. Carducci è un nobel della “Toscana (ora Italia)”.

Ernesto Teodoro Moneta. L’unico italiano premio Nobel per la pace è stato in realtà un giovane dalle intenzioni bellicose.
Nato nella Milano dell’Impero Austroungarico nel 1833 da una agiata famiglia milanese, Ernesto Teodoro Moneta a soli 15 anni si impegnò contro gli austriaci durante le Cinque giornate di Milano, e abbandonò gli studi universitari per partecipare alle lotte risorgimentali: prima volontario garibaldino fra il 1859 e il 1860, poi aiutante di campo del generale Sirtori durante la battaglia di Custoza (1866), persa tragicamente dall’esercito italiano.
Dal 1967 la passione per il giornalismo: diresse il quotidiano milanese Il Secolo per oltre 30 anni. Gradualmente, prese le distanze dai conflitti e nel 1890 fondò l’Unione lombarda per la pace e l’arbitrato internazionale e il periodico di propaganda La Vita internazionale. Il Nobel arrivò nel 1907 insieme al giurista Luis Renault. Nella foto, un francobollo commemorativo di Moneta.

Guglielmo Marconi. Se il mondo comunica è grazie a lui: radio, tv, telefonini, navigatori satellitari, internet. Grazie all’intuizione di sfruttare le onde elettromagnetiche per inviare segnali vocali, a soli 21 anni (era nato a Bologna nel 1874), Guglielmo Marconi riuscì a mandare un segnale a 2 chilometri di distanza attraverso il parco della sua villa: era l’8 dicembre 1895.
Dopo aver depositato il brevetto della sua invenzione, fondò a Londra la Marconi Wireless Telegraph Company con sede a Londra. Il Nobel per la fisica arrivò nel 1909 a soli 35 anni in riconoscimento del contributo allo sviluppo della telegrafia senza fili. Era di madre inglese e autoditatta: non si diplomò né si laureò ma abbe 16 lauree ad honorem. Senatore a vita nel 1914, morì nel 1937 per un attacco cardiaco a 63 anni: al suo funerali ci furono quasi 500 mila persone.

Grazia Deledda. La scrittrice sarda più famosa al mondo è stata l’unica italiana a vincere il Nobel per la letteratura nel 1926 dopo Carducci e addirittura prima di Pirandello “per la sua ispirazione idealistica, scritta con raffigurazioni di plastica chiarezza della vita della sua isola nativa, con profonda comprensione degli umani problemi”.

Luigi Pirandello. L’autore di romanzi come Il fu Mattia Pascal e Uno, nessuno e centomila è stato il terzo italiano dopo Giosuè Carducci e Grazia Deledda a ricevere il Nobel per la letteratura nel 1934 “per il suo coraggio e l’ingegnosa ripresentazione dell’arte drammatica e teatrale”.
Il grande drammaturgo, scrittore e poeta nacque in Sicilia nel 1867 presso Girgenti (oggi Agrigento) da una famiglia benestante. Studiò lettere prima a Palermo, poi a Roma, e si laureò all’università di Bonn dove cominciò a tradurre Goethe. Dal 1893 si trasferì a Roma e cominciò a frequentare gli ambienti letterari nonché quelli del teatro.
Raggiunse la fama nel 1921 quando andò in scena Sei personaggi in cerca d’autore, dramma prima fischiato a Roma, poi acclamato a Milano. La consacrazione arrivò l’anno dopo con l’Enrico IV. Pirandello morì nel 1936 a 69 anni, due anni dopo il Nobel. Nella foto, Luigi Pirandello nel 1934

Enrico Fermi. Aveva solo 37 quando ottenne il Nobel per la fisica nel 1938 per la scoperta della radioattività artificiale prodotta da irradiazione neutronica. Nato a Roma nel 1901, Fermi si era infatti laureato in Fisica a soli 21 anni, aveva ottenuto la cattedra di Fisica teorica all’Università di Roma nel 1926 e il titolo accademico d’Italia nel 1929.
Lo stesso anno in cui ebbe il Nobel decise di non tornare più in Italia a causa delle leggi razziali del regime fascista (sua moglie Laura era ebrea). Scappò negli Stati Uniti. Nel 1942 realizzò la cosiddetta pila atomica di Fermi e nel 1944 si trasferì a Los Almos, nel New Mexico, per collaborare con il fisico americano Oppenheimer al Progetto Manhattan diventando così uno dei realizzatori della prima bomba atomica.

Daniel Bovet. Quando morì a 85 anni nel 1992 a Roma, Il Corriere della Sera intitolò: Bovet, vinse il dolore. Bovet è stato infatti il biochimico che ha contribuito in modo fondamentale a creare la nuova farmacologia, migliorando l’efficacia di molti trattamenti medici come gli antistaminici (usati in varie malattie allergiche) e i composti curarici di sintesi (usati in anestesia durante gli interventi chirurgici).
Ebbe il Nobel nel 1957 per la medicina e la fisiologia quando era cittadino italiano, ma era nato nel 1907 a Neuchatel, in Svizzera.

Salvatore Quasimodo. L’autore di Ed è subito sera vinse Il Nobel per la Letteratura nel 1959 “per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi” battendo il rivale Giuseppe Ungaretti.
Ebbe la notizia del premio a Milano, dove il poeta siciliano (nato a Modica nel 1901) viveva ormai da 28 anni e dove dal 1941 insegnava Letteratura italiana al Conservatorio Giuseppe Verdi.

Emilio Segrè. Uno dei Ragazzi di via Panisperna, il gruppo di giovani fisici che collaborarono con Enrico Fermi all’Istituto di fisica della Sapienza di Roma, fu premiato con il Nobel per la fisica nel 1959 insieme a Owen Chamberlain per la scoperta di una particella dell’antimateria nota con il nome di antiprotone.
Emilio Segrè era nato a Tivoli (Roma) nel 1905, ma poiché era ebreo, nel 1938 dovette lasciare l’insegnamento al laboratorio di fisica di Palermo dove insegnava dal 1936. Si rifugiò in California dove, nel 1944, prese la cittadinanza americana.

Giulio Natta. L’ingegnere chimico ligure è stato il solo italiano ad avere conseguito il Nobel per la chimica. Lo ottenne nel 1963 insieme al chimico tedesco Karl Ziegler per la scoperta del polipropilene isotattico che diventò poi famoso con il marchio di Moplen: è la plastica leggera di cui sono fatti, per esempio, tutti i contenitori e utensili da cucina. Una vera rivoluzione per il mondo moderno.

Salvatore Edoardo Luria. Nato a Torino nel 1912, pioniere dello sviluppo della genetica moderna, ha ricevuto il Nobel nel 1969 per la fisiologia e la medicina come Salvador Edward: aveva infatti chiesto e ottenuto la cittadinanza statunitense nel 1947.
Si laureò in medicina a Torino (i futuri Nobel Rita Levi-Montalcini e Renato Dulbecco erano suoi compagni di corso), ma il servizio militare (fra il 1936 e il 1937) come ufficiale medico fece crescere in lui la volontà di diventare ricercatore. Si specializzò così in radiologia a Roma dove conobbe i fisici di Via Panisperna (e futuri Nobel Enrico Fermi ed Emilio Segrè). Di famiglia ebraica, riparò a Parigi a causa delle leggi razziali di Mussolini ma l’avanzata tedesca verso la capitale francese lo costrinse a raggiungere New York nel 1940.

Eugenio Montale. Uno dei più amati poeti del Novecento che ha trasmesso con la sua poetica il male di vivere (Ossi di seppia e Occasioni) fece studi tecnici e studiò per anni canto come basso e baritono. Vinse il Premio Nobel per la letteratura nel 1975 “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”.

Renato Dulbecco. Per gli italiani, l’immagine più famosa di Renato Dulbecco è quella di un anziano gentiluomo in smoking che nel 1999 si presentò per condurre il Festival di Sanremo di Fabio Fazio dicendo una frase di Galileo Galilei: “Sono venuto qui per fare esperienze”.
Per il mondo, è stato il grande studioso che ha rivoluzionato la lotta contro i tumori scoprendo le interazioni fra virus tumorali e il materiale genetico della cellula. Per questo, nel 1975, ha ottenuto il Nobel per la medicina e la fisiologia. Fra i suoi meriti, anche quello di aver compiuto ricerche sui virus che lo hanno portato a produrre un vaccino geneticamente puro contro la poliomelite. È stato anche tra i responsabili del progetto di ricerca sul genoma, la mappatura dell’intero patrimonio ereditario umano.

Carlo Rubbia. Dopo Guglielmo Marconi, Enrico Fermi ed Emilio Segrè, il Nobel per la fisica all’Italia è stato assegnato nel 1984 a Carlo Rubbia insieme a Simon van der Meer “per il loro contributo decisivo al grande progetto, che ha portato alla scoperta delle particelle W e Z, comunicatori di interazione debole”.
Attualmente Rubbia dirige l’ICTP (International Centre for Theoretical Physics) di Trieste. Il 30 agosto 2013 è stato nominato Senatore a vita.
Nato a Gorizia nel 1934, Carlo Rubbia si è laureato alla Normale di Pisa nel 1956, ha svolto il suo dottorato alla Columbia University di New York nel 1958 e poi, nel 1960, ha lavorato presso La Sapienza di Roma. È stato ricercatore al CERN di Ginevra dal 1961 e Direttore generale dal 1990 al 1993. Ha anche insegnato Fisica presso l’Università di Harvard per 17 anni, dal 1971 al 1988. Detiene 32 lauree honoris causa.

Franco Modigliani. L’unico Nobel italiano per l’economia è scomparso proprio undici anni fa, il 24 settembre 2003 a Cambridge dove viveva e dove, dal 1962, insegnava al Massachusetts Institute of Technology. Il premio arrivò nel 1985 “per le pionieristiche analisi sul risparmio delle famiglie e sui mercati finanziari”. Era ormai famosa la sua Ipotesi sul ciclo del risparmio, che illustrava la variazioni di risparmi e consumi nel corso della vita, e che era stata pubblicata nel 1980.
Franco Modigliani era nato a Roma nel 1918 da una famiglia ebraica. Precoce universitario di 17 anni, nel 1938 fu costretto a lasciare l’Italia per Parigi a causa delle leggi razziali: vi tornò solo per laurearsi nel 1939. Come altri premi Nobel di origine italiana, mise a frutto il suo talento oltreoceano, dove si stabilì alla vigilia della guerra, nel 1939.

Rita Levi-Montalcini. Dopo Grazia Deledda, è stata la seconda donna italiana a vincere il Nobel nel 1986 per la fisiologia e la medicina, grazie alla scoperta e all’identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa (NFG) utile per la comprensione e la cura delle malattie neurologiche degenerative come l’Alzheimer.
«La mia intelligenza? Più che mediocre. I miei unici meriti sono stati impegno e ottimismo» ha detto nel 2008 in occasione della laurea honoris causa alla Bicocca.

Dario Fo. La motivazione dell’Accademia di Svezia che nel 1977 1997 ha conferito il Nobel per la letteratura a Dario Fo recita: “Perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”. Lo stesso Fo, nato nel 1926 a Sangiano (Varese), si è sempre definito un moderno giullare: con il suo teatro comico e satirico, spesso scritto e portato in scena con la moglie Franca Rame, ha infatti sempre combattuto il potere.

Riccardo Giacconi. L’astrofisico genovese, nato nel 1931 e naturalizzato statunitense a soli 30 anni nel 1960, ha ricevuto il Nobel per la fisica nel 2002 insieme a Raynond Davis e Masatoshi Koshiba per il suo contributo all’astrofisica e per aver dato apporto alla scoperta delle sorgenti cosmiche a raggi X.
Giacconi ha ereditato la passione per le materie scientifiche dalla madre, insegnante di matematica e fisica a Milano, dove anche lui ha frequentato il liceo e l’università, focalizzando i suoi studi sulla ricerca dei raggi cosmici. Nel 1956 è emigrato in Usa.

Mario Capecchi. È un altro Nobel che l’Italia ha diviso con gli Stati Uniti perché Capecchi, nato a Verona nel 1937 da padre italiano e madre americana, ha sempre studiato e lavorato negli Stati Uniti. Il Premio è arrivato nel 2007 per la medicina e a fisiologia con Oliver Smithies e Martin Evans grazie alla ricerca sulle cellule staminali embrionali.

 




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