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15 gennaio 2016

Jimi Hendrix: intervista immaginaria oggi

Il mistero sulla sua morte. Le note distorte da Woodstock al Vietnam. La storia di un divo nella musica e negli ideali. Intervista a Jimi Hendrix a più di 40 anni dalla sua morte.

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Jimi Hendrix è un mito. Un mito del rock. Idolo delle folle. Basterebbe questo a definirlo. Inutile anche farsi domande sulla sua morte, sui misteri che puntualmente sorgono quando una persona del calibro di Jimi muore in circostanze poco chiare. Del resto, per molti sembra quasi necessario creare un mistero attorno a questi personaggi, quasi a giustificare la loro grandezza. Perché il mistero attrae, a volte, anche più della vita reale.

Così credo che se molti potessero intervistare il proprio divo morto da tempo, inizierebbero chiedendoli: “Hey Jimi! Dimmi la verità: chi ti ha ucciso? Sei davvero morto per overdose? Davvero un conato di vomito ti ha provocato quel soffocamento?”. In poche parole: svelami il mistero. Ma davvero ci interessa? Non credo.

Jimi Hendrix è un genio del Rock. La musica come strada per raccontare qualcosa. Per comunicare a tutti i propri ideali. Allora ecco che la prima domanda che verrebbe da porre, forse troppo generica, forse no, sarebbe: “Negli anni 60, la musica è stata in grado di diffondere ideali. Dagli Stati Uniti, il suono di quella Fender Stratocaster, è arrivato in ogni angolo del mondo. Dall’Europa al Vietnam. Perché ci è riuscita? Cosa aveva quel suono di così diverso da altri in passato e da quelli attuali? Perché solo in quegli anni, con quella musica, gli ideali viaggiavano di pari passo? Che cosa c’era nell’aria? Tornerà mai?”

Non so se Jimi sarebbe in grado di rispondere. Neanche lui prese posizione quando dal palco di Woodstock intonò l’inno nazionale americano con la sua chitarra distorta, inframmezzando le note con colpi e rumori che potessero ricordare i bombardamenti. La musica è espressione di qualcosa di interiore. Quelle distorsioni erano semplici provocazioni? Erano improvvisate o dietro si nascondeva una regia ben precisa. La musica in quei tempi era libera come voleva apparire? Oppure anche lì si cela una regia occulta?

“Jimi, dove traevi ispirazione? Chi era il tuo mito? Come componevi?”. Sono tante le domande che un buon giornalista potrebbe porre. La realtà, però, è che se sei un vero fan di Jimi, vuoi conoscere la sua storia negli aspetti più celati. Vuoi comprendere quanto ci sia di umano, nello spirito di un mito. Quanto ci sia di simile a te, nella vita di Jimi. Allora a quel punto più che un intervista, forse sarebbe meglio una chiacchierata. “Jimi, non so quanto tempo ci resta, però se hai ancora 10 minuti ti offro una birra. Conosco un posto qui dietro…”

Photo Credit: Instagram




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